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Cure primarie e Territoriali

Introduzione all' edizione speciale

Introduzione

Diagnosi Differenziale in Fisioterapia, edizione speciale del corso per le cure primarie e territoriali/Fisioterapia di Famiglia

Il PNRR – Piano di Ripresa e Resilienza (Missione 6 – Salute), presentato ufficialmente alla Comunità Europea nel 2021 e approvato dal Consiglio dell’Unione Europea nello stesso anno, ha definito obiettivi strategici per rafforzare l’assistenza territoriale in Italia, riducendo la frammentazione e potenziando l’integrazione tra ospedale e territorio e ha destinato 7 miliardi di euro per l’infrastrutturazione dell’assistenza territoriale (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, telemedicina).

Il D.M. 77/2022 ha tradotto in nuovi modelli le indicazioni del PNRR riorganizzando l’assistenza primaria e favorendo il passaggio dal modello di tipo ospedaliero a un modello basato sul concetto di prossimità e assistenza domiciliare.  La trasformazione si colloca nelle strategie nazionali che potenziano la sanità del territorio, orientata in particolar modo ai pazienti fragili.

Concordemente con l’impianto successivamente affermato, due Disegni di Legge hanno proposto la creazione di figure specifiche per l’assistenza territoriale (fisioterapista di comunità e fisioterapista di famiglia) prima che il Governo italiano formalizzasse la riforma dell’assistenza primaria attraverso il PNRR e il DM 77/22.

Il Disegno di Legge Boldrini (Senato, 2021) introduce la figura del “Fisioterapista di comunità”, con incarico specifico nelle cure primarie per la gestione di pazienti con disabilità o patologie croniche all’interno di un team interprofessionale. Il Disegno di Legge Pagano (Senato, 2021) propone l’istituzione del “Fisioterapista di famiglia“, che si concentra sulla riabilitazione domiciliare e collabora con il medico di medicina generale garantendo una presa in carico continuativa dei pazienti con esigenze riabilitative.

Nel suo Position Statement “Il fisioterapista nelle reti di prossimità” del 2023, A.I.Fi. definisce ruolo e competenze del Fisioterapista nel contesto delle reti territoriali di assistenza e Case della Comunità, sottolineando l’importanza dell’interazione tra i professionisti sanitari al fine della continuità assistenziale e un equità di accesso alle cure.

Il Policy Statement A.I.Fi. del 2017 “La Fisioterapia a sostegno della sostenibilità del Sistema Salute”, nel definire il ruolo del Fisioterapista come “professionista a servizio della Persona e della Comunità” sottolinea come la diagnosi differenziale in fisioterapia sia parte integrante del ragionamento clinico del fisioterapista, permettendogli di stabilire se il quadro del paziente sia di competenza fisioterapica o necessiti di un invio medico. Al punto 2.1. del documento, si legge:

“diagnosi differenziale fisioterapica: è la fase del processo di ragionamento clinico attraverso la quale il Fisioterapista identifica se la condizione di salute della Persona è modificabile dall’intervento fisioterapico o se sia necessario il reinvio ad altro professionista” [Policy Statement A.I.Fi. 5 marzo 2017]

Questo position statement si allinea alle esigenze relative all’utilizzo della figura nei modelli di assistenza territoriale (ex. DM 77/22, PNRR, Chronic Care Model, ECCM) per il fatto che tale modello si orienta a pazienti fragili ossia che presentano una condizione clinica instabile o ad alto rischio di complicanze:

1. Anziani con ridotta autonomia e rischio di disabilità: Pazienti over 65 con sindrome da fragilità, anziani con compromissione delle ADL, pazienti a rischio cadute : a rischio di complicanze secondarie come polmoniti, piaghe da decubito),

2. Pazienti con multimorbilità e cronicità avanzata: Pazienti con comorbidità, per es. BPCO e scompenso cardiaco, osteoporosi; pazienti oncologici; pazienti reumatologici, a rischio di ospedalizzazione e complicanze

3. Pazienti con disabilità neurologiche e cognitive. Pazienti con malattie neurodegenerative (es. Parkinson, Alzheimer..) a rischio ulteriore perdità di autonomia

4. Pazienti dimessi da reparti per acuti, a rischio di riospedalizzazione

Tali pazienti, “instabili o ad alto rischio di complicanze” sono tra quelli a maggior rischio dell’esordio di nuovi segni e sintomi o a un peggioramento delle condizioni già diagnosticate, per le quali il fisioterapista deve essere in grado di operare secondo i principi della diagnosi differenziale in fisioterapia al fine di:

a) identificare eventuali segni e sintomi che suggeriscono la necessità di rinviare il paziente al medico curante 

b) comunicare in modo appropriato (senza travalicare il proprio ambito professionale e trasferendo le proprie rilevazioni in modo preciso) ed efficace con il medico curante del paziente

DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA – ASINCRONICITA’ DELLA RELAZIONE CON IL MMG; ATTIVITA’ IN AUTONOMIA DECISIONALE PERFETTA 

Il nuovo modello di assistenza territoriale prevede tre principali ambiti di esercizio per i Fisioterapisti e gli altri Professionisti: Case della comunità, Ospedali di comunità e l’ambito dell’Assistenza Domiciliare (ADI).

La presenza del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta è prevista:

Case di Comunità: Non sempre in sede, operano su appuntamento

Ospedali di Comunità: Presente nelle ore diurne, con reperibilità serale e notturna

Assistenza Domiciliare: Medico non presente durante la fisioterapia a domicilio, coordina l’attività di presa in carico.

L’asincronicità del confronto con il Medico di Medicina Generale come evidenziato qui sopra, giustifica che nel rivolgersi a pazienti con fragilità e dove sono necessarie competenze di inquadramento clinico, la diagnosi differenziale in fisioterapia assume un ruolo fondamentale, poiché permette al professionista di agire con reale autonomia garantendo la sicurezza del paziente. La diagnosi differenziale consente di :

Identificare segnali di allarme (red flags) che necessitano di un invio medico immediato.

Ottimizzare la comunicazione con il medico di medicina generale e il team multidisciplinare.

Garantire un intervento sicuro e appropriato all’interno delle reti di prossimità e delle cure domiciliari.

Il fisioterapista può trovarsi in alcuni momenti ad essere da solo con il paziente e nell’immediata necessità di prendere decisioni cliniche quali ad esempio quella di stabilire se il paziente presenti segni e sintomi che suggeriscano la presenza di patologie sistemiche o viscerali che necessitano di attenzione medica. Possiamo definire che il professionista possiede in tali contesti un Autonomia Professionale Perfetta.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA

Il corso “Diagnosi Differenziale in Fisioterapia” consente al professionista di effettuare quelle decisioni in maniera sistematica riuscendo in tal modo a comunicare efficacemente con il medico  migliorando la sicurezza e qualità dell’intervento.

Il corso “Diagnosi Differenziale in Fisioterapia – Cure di Prossimità” è stato sviluppato per fornire ai fisioterapisti operanti in questi nuovi modelli assistenziali le competenze necessarie per un corretto ragionamento clinico, migliorando la presa in carico dei pazienti e la loro sicurezza in un contesto sanitario in evoluzione.

Fonti di riferimento

1. Decreto Ministeriale 77/2022 – Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale.

2. Position Statement AIFI “Il fisioterapista nelle reti di prossimità” (2023) – Documento che delinea il ruolo del fisioterapista nelle reti territoriali di assistenza, in attuazione del DM 77/22.

3. Disegno di Legge Boldrini (Senato, 2021) – Istituzione del fisioterapista di comunità, con un ruolo specifico nella gestione della cronicità e delle disabilità all’interno delle cure primarie.

4. Disegno di Legge Pagano (Senato, 2021) – Introduzione del fisioterapista di famiglia, incaricato di fornire assistenza domiciliare riabilitativa in sinergia con i medici di medicina generale.

5. Policy Statement AIFI (2017) – “La Fisioterapia a sostegno della sostenibilità del Sistema Salute” – Documento che inquadra la diagnosi differenziale in fisioterapia come parte fondamentale del ragionamento clinico per identificare condizioni di competenza fisioterapica e segnalare eventuali red flags.

Disegno-di-legge-Boldrini

Disegno di Legge on Pagano

DOCENTE

Simone Patuzzo è Fisioterapista specialista nella fisioterapia ortopedica.  Esercita la professione dal 1999 e quindi, ad oggi, ha 24 anni di esperienza nel ruolo. Dal 2018 esercita presso il Polo Confortini dell’Azienda Ospedaliera di Verona, considerato uno dei poli chirurgici più grandi d’europa. 

E’ laureato in Fisioterapia e attualmente è Studente PhD in Scienze Mediche e dello Sport con progetto di tesi “Modificazioni cinematiche del rachide cervicale durante la mobilizzazione dorsale dell’occipite sull’atlante” presso l’Università di Saragozza (Spain).
Dal 1999 al 2003 ha collaborato con l’Università di Verona, Servizio di Neurologia ad Indirizzo Riabilitativo, presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione per “Specifiche prestazioni previste da progetti di ricerca” svolgendo oltre 1000 ore certificate di attività di ricerca scientifica.
E’autore di 12 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, di 24 pubblicazioni su riviste nazionali, per un totale complessivo di 36 articoli, di 1 libro nel campo della riabilitazione delle Funzioni orofacciali e ATM edito da Cortina Editore ed è curatore del libro “Diagnosi Differenziale in Fisioterapia”

Dopo una serie di iniziali collaborazioni nel contesto ospedaliero e delle case di cura e riposo, ho iniziato ad esercitare nel contesto della libera professione attorno il 2003, esercitando per 18 anni come libero professionista titolare di studio professionale. Il mio livello di formazione in questi primi anni era quello di terapista manuale OMT con Master in Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici (università di Genova), formazione completa nel concetto OMT Kaltenborn-Evjenth, Maitland Primo Livello. Esercitavo pertanto a livello di specialista della terapia manuale ortopedica. La mia formazione professionale spaziava progressivamente a comprendere il trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico, della articolazione temporomandibolare e del linfedema.

Nel corso di tale fase della mia vita professionale come titolare di studio ho sempre affrontato pazienti ad accesso diretto raccogliendo casistica interessante, poi confluita in parte nei contenuti del mio corso sulla diagnosi differenziale in fisioterapia.

Ma le mie competenze erano ancora limitate perchè nel contesto della libera professione alla fine incontravo pazienti prevalentemente affetti da disordini neuro-muscolo-scheletrici solitamente stabili, nei quali i percorsi della diagnosi differenziale in fisioterapia ormai erano diventati qualcosa di routinario per me. Ma soprattutto, non avevo ancora potuto consolidare competenze di valutazione dei sistemi cardiocircolatorio, respiratorio, viscerale, dei tessuti…

La svolta di tutto è avvenuta nel momento in cui ho partecipato e vinto il concorso per 2 posti di fisioterapista dell’azienda ospedaliera di Verona (Polo Confortini), 5 anni fa. Con la mia solita curiosità, ho praticamente iniziato nuovamente da zero la mia professione applicandomi al contesto della terapia intensiva cardio-chirurgica (link) con la tutorship di una collega specialista e docente Master in riabilitazione respiratoria, superando il periodo di prova col massimo dei voti in tutte le voci. Ho acquisito progressivamente le competenze per la valutazione e presa in carico riabilitativa diretta (ossia su indicazione diretta “valuta e tratta” da parte dei medici specialisti cardiochirurghi o anestesisti). Nel corso della presa in carico di tali pazienti, ho acquisito autonomia nell’interpretazione delle radiografie del torace, della valutazione dei parametri clinici, dell’auscultazione, rilevando all’occorrenza segni e sintomi sospetti o che cadevano al di là delle competenze del fisioterapista e discutendone con i medici chirurghi. Ne ho estratto case report interessanti inseriti nel corso che ho sviluppato.

Ho preso in carico  pazienti degenti presso i reparti di Terapia Intensiva, Terapia Intensiva Cardiochirurgica, Pneumologia, Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgie Specialistiche, Chirurgia Toracica, Urologia, Ortopedia del Polo Confortini(*). Attualmente esercito presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia.

Per la mia esperienza, riesco oggi a interpretare le esigenze formative sul tema della diagnosi differenziale in fisioterapia della maggioranza dei colleghi, dai liberi professionisti non specialisti, ai terapisti manuali specialisti, sia dei colleghi che esercitano ad accesso diretto che i dipendenti pubblici. E sono in grado ora di insegnare una esaminazione completa del paziente.

* Il Polo Confortini è ritenuto il più grande polo chirurgico d’Italia – 24 diverse specialità di area chirurgica, compresi i trapianti (video)

Cure primarie e Territoriali

  • Introduzione

    Cenni giuridici (normativa di settore, autonomia, ruolo, titolarità e responsabilità, elementi caratterizzanti, “prescrizione medica”, ”atto medico”, unità operative di riabilitazione-modelli a confronto)

    Il processo di gestione del paziente (esaminazione, valutazione, diagnosi del Fisioterapista, diagnosi differenziale in fisioterapia, prognosi riabilitativa, intervento riabilitativo, valutazione dei risultati)

    Possibili fonti di errore nella gestione del paziente (fonti di confondimento, variabilità delle patologie sistemiche e viscerali – esempi di dolore riferito)

    Il consenso informato e la responsabilità connessa all’invio del paziente: casi giudiziari tratti dalla letteratura (malpractice, gestione del rischio, consenso informato)

    Approfondimento sulle condizioni viscerali che possono manifestarsi come apparente dolore o disfunzione muscolo-scheletrica (anamnesi, segni, sintomi e pain patterns suggestivi di condizioni viscerali )

    Approfondimento sulle condizioni sistemiche che possono simulare sintomi muscolo-scheletrici: anamnesi, segni, sintomi e pain patterns suggestivi di condizioni viscerali

  • Dolore viscerale

    Basi embriologiche del dolore viscerale riferito e sue rappresentazioni.

    Teorie…e rappresentazioni del dolore viscerale.

  • Screening delle cause viscerogeniche del dolore muscolo-scheletrico

    Screening delle patologie neurologiche, ematologiche, cardiovascolari, polmonari, gastrointestinali, epatiche e biliari, urogenitali, endocrine e metaboliche, immunologiche, oncologiche

  • Screening delle origini sistemiche del dolore muscolo-scheletrico

    Screening di testa, collo e schiena; sacro, sacro-iliaca e pelvi; Quadrante inferiore; seno, petto e coste; Screening del quadrante superiore

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